Ho finito di leggere History of the Present, un appassionante saggio sull'Europa di uno dei miei scrittori preferiti, lo storico inglese Timothy Garton Ash.
Il libro ripercorre la cronaca della politica continentale negli anni '90, dalla caduta del Muro a Maastricht, dalla guerra nell'ex-Yugoslavia all'Euro. E nell'intrecciare la complessa sequenza di quegli eventi, alterna telegrafici bollettini a brevi saggi, scritti nella maggior parte dei casi dalla trincea, che sia questa Danzica, Berlino o Pristina.
Il mio viaggio di questa settimana ha in un certo modo amplificato l'impatto di questa lettura e mi ha fatto assaporare un vaghissimo senso di dejà vu.
Sono arrivato a Bruxelles mentre i ministri dell'Ue apponevano la loro agognata firma sul trattato di riforma dell'Unione--un processo che ha virtualmente paralizzato l'Europa negli ultimi due anni. Sono passato ad Odessa, nell'Ucraina sud-occidentale, mentre russi ed europei si incontrano e continuano a scontrarsi su praticamente tutto ciò che ha a che fare con la sicurezza europea, inclusa l'Ucraina. Mi sono poi spostato ad Istanbul, meteorologicamente umida e politicamente caldissima dopo il voto del Parlamento turco ad autorizzare incursioni dell'esercito nell'Iraq settentrionale.
Mi auguro ovviamente che il libriccino che ho in preparazione tragga da questi eventi un briciolo dell'ispirazione illuminata di Storia del presente. Allo stesso tempo, mi domando fino a che punto sia possibile osservare, valutare o perfino scrivere di eventi che appartengono alla cronaca col piglio determinista dello storico ("E' successo perchè doveva succedere").
Nel caso di Ash, devo dire che i risultati sono di una preveggenza impressionante.
Friday, 26 October 2007
Sunday, 21 October 2007
La prima tragica scalinata
L'aeroporto di Bruxelles alle 8 di mattina non è il massimo, specialmente dopo un escursione termica di circa 15 gradi con Washington. Ma l'adrenalina rimane alta: fra poche ore sarò ad Odessa in Ucraina dove spero di poter finalmente apprezzare dal vivo uno dei riferimenti cult della cinematografia mondiale.
Ovviamente non mi riferisco ad Ejzenstejn ed alla Corazzata Potemkin, ma al mitico.
Ovviamente non mi riferisco ad Ejzenstejn ed alla Corazzata Potemkin, ma al mitico.
Wednesday, 17 October 2007
L'itinerario
Da domani e per i prossimi dieci giorni mi aspetta un tour europeo atipico e piuttosto estenuante: Bruxelles, Odessa, Istanbul, Danzica, Copenaghen e nuovamente Bruxelles.
Chi si trovi da quelle parti per lavoro o per diporto, batta pure un colpo qui. Io, se sopravvivo, farò lo stesso.
Chi si trovi da quelle parti per lavoro o per diporto, batta pure un colpo qui. Io, se sopravvivo, farò lo stesso.
Friday, 12 October 2007
ULIVO e ULIBO are no more
È una sensazione un po' agrodolce che la Scuola del Partito Democratico (ULIBO) abbia deciso di chiudere i battenti dopo poco più di un anno dalla sua fondazione.
Ho fatto parte, con piacere, del corpo docente e devo dire che in quel paio di occasioni che ho avuto l'opportunità di passare da Bologna ho avuto modo di apprezzare un ambiente ambizioso e dinamico. Soprattutto, credo di aver visto la rarità un ambiente politico de-politicizzato, ovvero decongestionato dal contingente, curioso e generoso intellettualmente.
Mi rendo però anche conto che per un'iniziativa di questo tipo, il contingente, di cui la più ovvia manifestazione sono le primarie di domenica, non poteva non influire. O meglio, mi domando se questo sia effettivamente il caso, ed è ciò che motiva la senzazione agrodolce. Ma rimango fondamentalmente convinto che ULIBO sia stata un esperimento riuscito e di grande valore sociale e culturale.
Ad ULIBO ho parlato soprattutto di Europa e credo di aver tentato una difesa del 'pensiero debole' europeo. Non so se abbia avuto successo ma mi auguro che, se non ora nel medio termine, il PD possa allo stesso modo confermare le ambizioni post-ideologiche sulle quali è stato concepito.
Per questo, alle primarie di domenica, ribadisco il mio sostegno a Mario e in particolare a Marco, che si candida in quella che, una dozzina di anni fa, era zona mia.
Ho fatto parte, con piacere, del corpo docente e devo dire che in quel paio di occasioni che ho avuto l'opportunità di passare da Bologna ho avuto modo di apprezzare un ambiente ambizioso e dinamico. Soprattutto, credo di aver visto la rarità un ambiente politico de-politicizzato, ovvero decongestionato dal contingente, curioso e generoso intellettualmente.
Mi rendo però anche conto che per un'iniziativa di questo tipo, il contingente, di cui la più ovvia manifestazione sono le primarie di domenica, non poteva non influire. O meglio, mi domando se questo sia effettivamente il caso, ed è ciò che motiva la senzazione agrodolce. Ma rimango fondamentalmente convinto che ULIBO sia stata un esperimento riuscito e di grande valore sociale e culturale.
Ad ULIBO ho parlato soprattutto di Europa e credo di aver tentato una difesa del 'pensiero debole' europeo. Non so se abbia avuto successo ma mi auguro che, se non ora nel medio termine, il PD possa allo stesso modo confermare le ambizioni post-ideologiche sulle quali è stato concepito.
Per questo, alle primarie di domenica, ribadisco il mio sostegno a Mario e in particolare a Marco, che si candida in quella che, una dozzina di anni fa, era zona mia.
Monday, 8 October 2007
Pubblicità progresso
Il Washington Post ha pubblicato negli ultimi tempi alcune pubblicità discutibili, ricevuto proteste dei lettori e Deborah Howell - l'Ombudsman del giornale - ha ritenuto opportuno intervenire.
Sui casi specifici, alcune proteste sono abbastanza scontate: pubblicità violenta o al limite della decenza nella parte del giornale dedicata ai bambini. Altre, dal mio punto di vista, più interessanti e riguardano per esempio la pubblicità della General Motors, che cita stralci di articoli dello stesso Post per dare credibilità alle sue campagne di protezione ambientale. (Manovra oggettivamente sospetta, in un periodo come questo nel quale si dibatte acremente di cambiamento climatico e del futuro 'post-Kyoto'). In entrambi i casi, l'Ombudsman ha rassicurato i lettori e ammonito il giornale, con un corsivo diciamo così 'di servizio' pubblicato nell'edizione domenicale.
Non credo mi sia capitato di leggere articoli del genere sui quotidiani italiani. E mi domando se, aldilà dell'authority, codici di autoregolamentazione etc, la procedura esista. Da lettore, la cosa mi sembra più che apprezzabile.
Sui casi specifici, alcune proteste sono abbastanza scontate: pubblicità violenta o al limite della decenza nella parte del giornale dedicata ai bambini. Altre, dal mio punto di vista, più interessanti e riguardano per esempio la pubblicità della General Motors, che cita stralci di articoli dello stesso Post per dare credibilità alle sue campagne di protezione ambientale. (Manovra oggettivamente sospetta, in un periodo come questo nel quale si dibatte acremente di cambiamento climatico e del futuro 'post-Kyoto'). In entrambi i casi, l'Ombudsman ha rassicurato i lettori e ammonito il giornale, con un corsivo diciamo così 'di servizio' pubblicato nell'edizione domenicale.
Non credo mi sia capitato di leggere articoli del genere sui quotidiani italiani. E mi domando se, aldilà dell'authority, codici di autoregolamentazione etc, la procedura esista. Da lettore, la cosa mi sembra più che apprezzabile.
Wednesday, 3 October 2007
Note sparse sulla politica giovane
La costituzione vieta a Vladimir Putin (55 anni) di ricandidarsi alla presidenza russa ma nessuno ha mai creduto che Putin si sarebbe ritirato così giovane. Puntualmente lunedì ha indicato che nel 2008 si potrebbe candidare al posto di primo ministro (da lui già occupato nel '99). Il che vorrebbe dire che il nuovo presidente russo (chiunque sia) diventerà poco più influente della regina d'Inghilterra.
A proposito di Gran Bretagna, continuano a scorrere fiumi d'inchiostro sul dopo-Brown. Ipotesi non del domani ma forse del dopodomani, e utile per dare uno sguardo all'anagrafe della politica inglese, nella quale i Cameron (41 anni) o i Miliband (42) non sono neanche tanto enfants prodiges.
Nel frattempo, Yulia Tymoshenko (46 anni) ha fatto faville nelle elezioni in Ucraina domenica scorsa. È possibile che la Pasionaria possa essere nominata primo ministro. Purtroppo, però, quel paese disgraziato continua a rimanere in bilico e la Russia ha già minacciato di tagliare nuovamente il gas.
Per quanto mi riguarda, mi sono confrontato e confortato giorni fa col sindaco di Washington, l'iperattivo Adrian Fenty: 37 anni, democratico e di origini italiane (anzi, Frosinoooun, come dice lui). Per me una rivelazione. Che sia di buon auspicio per il candidato suo coetaneo in Italia.
Infine, domani sarò a Houston, Texas per partecipare ad un dibattito del Young Leaders Program promosso dal Consiglio per le Relazioni fra Italia e Stati Uniti. Temi: energia e ambiente. Non potrebbe essere più appropriato, in Bush-country.
A proposito di Gran Bretagna, continuano a scorrere fiumi d'inchiostro sul dopo-Brown. Ipotesi non del domani ma forse del dopodomani, e utile per dare uno sguardo all'anagrafe della politica inglese, nella quale i Cameron (41 anni) o i Miliband (42) non sono neanche tanto enfants prodiges.
Nel frattempo, Yulia Tymoshenko (46 anni) ha fatto faville nelle elezioni in Ucraina domenica scorsa. È possibile che la Pasionaria possa essere nominata primo ministro. Purtroppo, però, quel paese disgraziato continua a rimanere in bilico e la Russia ha già minacciato di tagliare nuovamente il gas.
Per quanto mi riguarda, mi sono confrontato e confortato giorni fa col sindaco di Washington, l'iperattivo Adrian Fenty: 37 anni, democratico e di origini italiane (anzi, Frosinoooun, come dice lui). Per me una rivelazione. Che sia di buon auspicio per il candidato suo coetaneo in Italia.
Infine, domani sarò a Houston, Texas per partecipare ad un dibattito del Young Leaders Program promosso dal Consiglio per le Relazioni fra Italia e Stati Uniti. Temi: energia e ambiente. Non potrebbe essere più appropriato, in Bush-country.
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