Sunday 25 May 2008

Il metodo GTSS

Anti-politica; protesta civile; metodo GTS per Grillo/Travaglio/Saviano (copyright di Severgnini, al quale forse aggiungerei un'altra S del suo collega Gian Antonio Stella, autore de La Casta): lo si chiami come si vuole, a me il fenomeno non convince.

Sia ben chiaro: non è una questione di patriottismo nè di qualunquismo. Non è un attacco al giornalismo d'inchiesta, nè un mini-editto bulgaro contro la satira. Più semplicemente è una sensazione che mi è istintivamente venuta dopo la visione, nella mia ultima giornata italiana settimana scorsa, dell’atteso film Gomorra.

Anche in questo caso, i distinguo non sono mai troppi. Il film è a mio parere molto ben fatto. In particolare--da profano del settore quale sono--ho trovato molto significativi quei contrasti fra i frequenti primissimi piani dei vari camorristi e quei secondi piani sfocati del degrado sociale di Scampia. Ed il successo di Gomorra, come quello de La Casta, del VDay, o anche delle requisitorie di Marco Travaglio, devono molto non solo ai temi trattati, ma al talento dei rispettivi autori.

Però il corollario, a mio parere non voluto dagli autori, di questi enormi successi è che rischiano di rendere l'Italia più indifendibile di quello che è. Non parlo della casta o della criminalita' organizzata, che sanno difendersi e attaccare benissimo da sole. Parlo del cittadino comune, quello onesto, che fa il suo dovere nonostante l'evidenza e che talvolta si convince di combatterla, l'evidenza, costruttivamente.

Personalmente, la prima cosa che mi è venuta in mente domenica all’uscita dal cinema è stata che, in fondo, il successo di Gomorra a Cannes e la drammatica parabola di Don Peppino Diana a Casal di Principe (al quale lo stesso Saviano ha reso omaggio) appartengono allo stesso mondo.

Tuesday 20 May 2008

L'empirismo

Giorni fa avevo messo su un pentalogo minimo di politica estera, a mio parere ineludibile per entrambe gli schieramenti politici.


Col senno del poi, ci aggiungerei un'altra questione meno tradizionale, ma destinata a diventare sempre più 'estera,' ovvero disastri naturali e crisi non convenzionali (ottimo rapporto sulla questione dei miei colleghi di Washington, qui).


Ad ogni modo, la mia sperimentazione comincia ufficiosamente oggi.

Wednesday 14 May 2008

Il mal di pancia

Ben scritto ha Denis MacShane in un corsivo pubblicato settimana scorsa su Newsweek.


Gli anni '90 erano quelli nei quali i Clinton, gli Schröder, i Jospin, i Prodi, i Blair, insomma il centro-sinistra da "terza via" imperversava. MacShane (che, per inciso, era ministro nel governo Blair) fondamentalmente sostiene che queste personalità si siano limitate a gestire l'enorme capitale politico che gli era stato affidato. In alcuni casi potevano contare su un carisma fuori dal comune e anche su qualche fuoco d'artificio mediatico, ma non hanno prodotto una vera visione del futuro: quello loro, della sinistra occidentale e quello--well--nostro.


Questo spiega la virata a destra dell'Europa di questo decennio. Nulla ha dello spessore del conservatismo europeo della generazione precedente (Adenauer, Churchill o lo stesso De Gaulle). Ma vince perchè, da Sarkozy al nuovo sindaco di Londra, sa parlare alla pancia.


Fin qui poche novità. Se c'è una figura che da sempre incarna la politica che governa, fa opposizione e vince 'con la pancia' quello è ovviamente Berlusconi. Ora però: fare un'opposizione costruttiva e perfino una legislatura costituente è una cosa. I ghirigori sull'inedito tono sobrio, misurato ed istituzionale del Presidente del Consiglio mi sembrano francamente non richiesti.

Saturday 3 May 2008

Luxury problem

Dopo la pesante sconfitta alle amministrave ed in particolare a Londra, il fiato sul collo di Brown si farà inevitabilmente pesante. L'uomo è competente, serio e tutto sommato l'economia continua a camminare. Ma più Brown è lodato all'estero, più sembrano massacrarlo a casa sua.

Il Labour ha il lusso dell'abbondanza. Penso a David Miliband su tutti. Attualmente ministro degli esteri, Miliband è giovane e carismatico. Lo si dipinge anche come molto intelligente (soprannome: "The Brains"), e per quanto mi riguarda, posso dire che la politica estera la naviga brillantemente (qui un suo recente intervento, con un breve scambio con me su Balcani, Turchia e Russia).

Da un punto di vista puramente strategico, l'unico che non si gioverebbe dei talenti di Miliband e altri suoi coetanei in posizioni di responsabilità sarebbe, ovviamente, solo Brown. L'ombra dei conservatori (anche loro con una leadership giovane ed energetica) si sta allungando sulla sua amministrazione, e fra un paio d'anni Brown potrebbe fare tranquillamente la fine di John Major dopo il decennio della Thatcher.

Se però faccio l'errore di guardare alla cosa a distanza, ed con riferimento ad un Paese in particolare, non riesco a togliermi dalla testa la sensazione che gli inglesi hanno davvero solo un "luxury problem."