Tuesday 22 April 2008

La flexicurity e la pigrizia

Su questo numero della prestigiosa rivista americana Foreign Affairs c'è un articolo a mio parere interessante di Robert Kuttner intitolato "The Copenhagen Consensus".

Attraverso dati ed interviste a sindacalisti, politici ed industriali danesi, l'autore ripercorre le ragioni storiche e politiche del modello danese ed in particolare della "flexicurity", il risultato piu' evidente di un consenso propriamente scandinavo che coniuga un mercato del lavoro altamente flessibile con generosi ammortizzatori sociali.

In periodi di campagna elettorale, in Europa come in Nord America, capita spesso a politici ed intellettuali di lanciarsi in paralleli fra il modello danese e quelli dei loro stati di appartenenza. È successo anche in Italia durante le elezioni precedenti (qui e qui), meno in questa, triste ultima tornata.

A queste proposte, solitamente, seguono una serie di distinguo: si possono importare aspetti della flexicurity, ma non tutto; gli italiani non pagherebbero mai il 50% di tasse, etc. Ecco Kuttner ha, a mio modo di vedere provocatoriamente, sintetizzato questi e dozzine di altri possibili distinguo con due parole: "path dependence."

"Path dependence" è quel concetto utilizzato dagli economisti dello sviluppo per indicare una sorta di abitudine, ed anche pigrizia, che ci porta a prendere determinate decisioni e ripeterle, anche se magari sappiamo non essere le migliori. Per usare un suo esempio, "path dependence" è il motivo per il quale molti consumatori continuano a comprare i computer targati Microsoft anche se sanno che quelli Apple funzionano meglio.

Secondo Kuttner questo è lo stesso meccanismo che ostacola riforme strutturali in senso "scandinavo" in altri paesi dell'Europa e in Nord America. Teoricamente sia governanti (in buona fede) che contribuenti (onesti) sono consapevoli della bontà dello stato sociale scandivavo. Ma convinti che in Scandinavia questa esperienza sia frutto di circostanze culturali, storiche e sociali uniche e irripetibili, rinunciano ad introdurre anche elementi di quel modello, e fondamentalmente si ostinano a lavorare su quello che hanno.

Onestamente, la devo ancora digerire; ma mi sembra una tesi che meriti di essere ponderata.