Ho sempre pensato che l'approfondimento politico della tradizione televisiva anglosassone--HARDtalk della BBC, per esempio--fosse anni-luce di distanza dai talvolta imbarazzanti sipari che passano per le TV italiane. Domande 'vere', critiche ficcanti e regolari interruzioni del giornalista se il politico di turno comincia a divagare.
Tutto questo, prima di vedere ieri sera la trasmissione con Sarkozy su TV5 Monde. Tavolo triangolare. Seduti da un lato, due conduttori che lo tempestano di domande e lo guardano con lo scetticismo col quale un professore guarda lo studente che non ha fatto i compiti. Dall'altro lato, un altro giornalista o esperto che si alterna a turno ogni 15-20 minuti per domande su temi specifici: economia, immigrazione, società etc. Sul terzo lato, circondato dalle due artiglierie, Monsieur le President Per un'ora e mezza, Sarkozy è stato rosolato a fuoco lento con domande specifiche a ripetizione. Davvero senza tregua.
Sulla sostanza, alcune delle cose che ha detto mi hanno lasciato perplesso. Per esempio, si è detto certo che Italia e Spagna non faranno più 'amnistie' di clandestini come quelle di qualche anno fa (circa 700 mila richieste in entrambe i casi, se non ricordo male), e onestamente con l'aria che tira non ne sono troppo sicuro.
Però bisogna dargli atto che ci sa fare: molto preparato sui numeri, mai a disagio sulle critiche, molto avvocatesco nel modo di arringare il pubblico. E poi l'adrenalina: sembra che l'aggettivo più frequente che sia stato attribuito a Sarkozy in questo anno scarso di presidenza sia 'iperattivo.' Vedere per credere.