Mini-recensione di Charlie Wilson's war, nuovo film di Mike Nichols sul supporto del Congresso e della CIA alla resistenza anti-sovietica dei mujahideen in Afghanistan. Piuttosto satirico, per essere un polpettone di Hollywood. E ben fatto, a mio parere, nei dialoghi, dettagli storici, e nel ricreare l'atmosfera yuppie-decadente degli anni '80.
Essendo Hollywood, però, il finale non può essere che scontato: gli americani sanno vincere le guerre, ma non sanno vincere la pace. Il riferimento, ovviamente, è a tutte le paci che l'America non ha saputo vincere, ma questo è anche un punto sul quale ci si potrebbe e dovrebbe soffermare ben oltre una battuta ad effetto dell'On. Wilson.
Wednesday, 26 December 2007
Monday, 17 December 2007
"Ci metterei la firma"
L'articolo del New York Times sull'Italia ha, com'è noto, coinciso con la visita del presidente Napolitano a Washington e a New York. Le sue reazioni all'articolo sono state discutibili. E' vero, come ha sostenuto, che la notizia giornalistica si basa troppo sulle ombre piuttosto che sulle luci. Però è riduttivo sostenere che l'articolo fosse squilibrato e contenesse idiozie.
Detto questo, è più che giustificato che un presidente in visita ufficiale prenda le difese del proprio paese. E Napolitano non l'ha fatto con la stizza e suscettibilità dell'offeso che sta sulla difensiva, ma col piglio, la competenza e lo stile di chi ha qualcosa da sostenere.
Ha citato Keynes ("spiriti animali"), Hemingway ("addio alle armi") ha comparato il sistema repubblicano francese ed italiano con un parallelo interessante fra 'rivoluzione' e 'evoluzione.' Come mi ha detto un collega l'altro giorno: "ci metterei la firma a ragionare in quel modo nella mia seconda o terza lingua ad 82 anni".
Il problemi dell'Italia rimangono, così come il rammarico che quel collega non possa incontrare un presidente meno vicino all'età pensionabile. Però ascoltare Napolitano in inglese (qui il video del suo incontro al Council on Foreign Relations) è oggettivamente un piacere.
Detto questo, è più che giustificato che un presidente in visita ufficiale prenda le difese del proprio paese. E Napolitano non l'ha fatto con la stizza e suscettibilità dell'offeso che sta sulla difensiva, ma col piglio, la competenza e lo stile di chi ha qualcosa da sostenere.
Ha citato Keynes ("spiriti animali"), Hemingway ("addio alle armi") ha comparato il sistema repubblicano francese ed italiano con un parallelo interessante fra 'rivoluzione' e 'evoluzione.' Come mi ha detto un collega l'altro giorno: "ci metterei la firma a ragionare in quel modo nella mia seconda o terza lingua ad 82 anni".
Il problemi dell'Italia rimangono, così come il rammarico che quel collega non possa incontrare un presidente meno vicino all'età pensionabile. Però ascoltare Napolitano in inglese (qui il video del suo incontro al Council on Foreign Relations) è oggettivamente un piacere.
Friday, 14 December 2007
Un piccolo passo per l'uomo...
Fra pochi giorni, il New Jersey diventerà il primo stato americano a revocare la pena di morte.
Wednesday, 12 December 2007
3 fatti e 3 commenti
I fatti. Russia Unita, il partito di Vladimir Putin ha stravinto le elezioni parlamentari 10 giorni fa. Ampiamente prevedibile, anche se con punte di ridicolo francamente evitabili (in Cecenia i votanti sono stati circa il 99,5%, di cui circa il 99,5% hanno votato per Putin). E' poi dell'altro ieri la notizia che Dmitry Medvedev, vice premier e presidente del Cda di Gazprom, sarà candidato alla presidenza in Marzo con il beneplacido di Putin. Infine, ieri, la dichiarazione dello stesso Medvedev, che chiederà a Putin di fare il Primo Ministro.
I commenti.
1) fra elezioni farsa e parodie di endorsements, la Russia è sempre più un'oligarchia.
2) Se Putin tornerà al posto da lui già occupato nel 1999, la Russia si trasformerà in uno stato semi-presidenziale se non parlamentare. Una costituzione si può cambiare, quello non è il punto. Il punto è che il potere segue Putin.
3) La candidatura di Medvedev è potenzialmente una notizia discreta. Non perchè lui si dichiari un liberale e un pragmatico: Medvedev è un fedelissimo di Putin da 17 anni (e non potrebbe essere altrimenti). E, quel che è peggio, ha le dita sui bottoni di quella Gazprom che negli ultimi anni si è resa protagonista di tagli arbitrari nelle forniture di gas, nonchè di accordi discutibili con diversi paesi europei.
E' una discreta notizia perchè Medvedev non ha (a differenza di Putin) nessun passato nei servizi segreti e si era già speso dalla fine degli anni '80 (a differenza di Putin) a promuovere la perestroika a San Pietroburgo al fianco di Sobchak. Qualcosa fa sperare che la perestroika gli sia rimasta nelle vene. Quest'anno, in un intervista, ha rifiutato di sottoscrivere la definizione di 'democrazia sovrana' tanto cara agli apparatchik del Cremlino, sostenendo che: "questo termine non mi piace. Sottolineare solo uno degli aspetti della democrazia, ed in particolare la supremazia delle autorita statali, è eccessivo e perfino deleterio".
I commenti.
1) fra elezioni farsa e parodie di endorsements, la Russia è sempre più un'oligarchia.
2) Se Putin tornerà al posto da lui già occupato nel 1999, la Russia si trasformerà in uno stato semi-presidenziale se non parlamentare. Una costituzione si può cambiare, quello non è il punto. Il punto è che il potere segue Putin.
3) La candidatura di Medvedev è potenzialmente una notizia discreta. Non perchè lui si dichiari un liberale e un pragmatico: Medvedev è un fedelissimo di Putin da 17 anni (e non potrebbe essere altrimenti). E, quel che è peggio, ha le dita sui bottoni di quella Gazprom che negli ultimi anni si è resa protagonista di tagli arbitrari nelle forniture di gas, nonchè di accordi discutibili con diversi paesi europei.
E' una discreta notizia perchè Medvedev non ha (a differenza di Putin) nessun passato nei servizi segreti e si era già speso dalla fine degli anni '80 (a differenza di Putin) a promuovere la perestroika a San Pietroburgo al fianco di Sobchak. Qualcosa fa sperare che la perestroika gli sia rimasta nelle vene. Quest'anno, in un intervista, ha rifiutato di sottoscrivere la definizione di 'democrazia sovrana' tanto cara agli apparatchik del Cremlino, sostenendo che: "questo termine non mi piace. Sottolineare solo uno degli aspetti della democrazia, ed in particolare la supremazia delle autorita statali, è eccessivo e perfino deleterio".
Tuesday, 11 December 2007
Mare Nostrum?
Gheddafi è passato nel giro di pochi anni dall'essere il 'cane pazzo' (copyright Ronald Reagan) della comunita' internazionale, a pagarsi (con 15 miliardi di Euro in contratti) un invito nel salotto buono di Parigi e perfino il lusso di smentire Sarkozy riguardo ad una presunta discussione sui diritti umani in Libia.
Stamattina, poi, nuova strage ad Algeri, nella quale--se ne discuteva alacremente oggi con l'ambasciatore algerino qui a Washington--la religione c'entra e come.
Un giorno come tanti nel Mediterraneo, che ricorda dolorosamente quanto ancora distino i nostri vicini meridionali dal miraggio di quel Mare Nostrum di cui in Europa ancora si divaga.
Stamattina, poi, nuova strage ad Algeri, nella quale--se ne discuteva alacremente oggi con l'ambasciatore algerino qui a Washington--la religione c'entra e come.
Un giorno come tanti nel Mediterraneo, che ricorda dolorosamente quanto ancora distino i nostri vicini meridionali dal miraggio di quel Mare Nostrum di cui in Europa ancora si divaga.
Wednesday, 5 December 2007
Saggezza a stelle e strisce
Tre perle dell'ultima settimana:
1) Il candidato repubblicano alla presidenza Mike Huckabee sta scompigliando tutti i sondaggi grazie all'endorsement di quel talento cinematografico che è Chuck Norris. L'allucinante pubblicità che manda in questi giorni nelle case dell'Iowa recita più o meno così: "Il mio programma per proteggere i confini? Due parole: Chuck Norris"
2) In un rapporto pubblicato ieri, l'agenzia d'intelligence americana sostiene che l'Iran ha interrotto il suo programma nucleare dal 2003. Nella conferenza stampa di oggi, Bush dichiara che il rapporto è un "segnale d'allarme".
3) Una delle audizioni pubbliche al Congresso degli Stati Uniti in programma per la settimana prossima ha l'allettante titolo: "La tortura: funziona?"
God bless America, come sempre.
1) Il candidato repubblicano alla presidenza Mike Huckabee sta scompigliando tutti i sondaggi grazie all'endorsement di quel talento cinematografico che è Chuck Norris. L'allucinante pubblicità che manda in questi giorni nelle case dell'Iowa recita più o meno così: "Il mio programma per proteggere i confini? Due parole: Chuck Norris"
2) In un rapporto pubblicato ieri, l'agenzia d'intelligence americana sostiene che l'Iran ha interrotto il suo programma nucleare dal 2003. Nella conferenza stampa di oggi, Bush dichiara che il rapporto è un "segnale d'allarme".
3) Una delle audizioni pubbliche al Congresso degli Stati Uniti in programma per la settimana prossima ha l'allettante titolo: "La tortura: funziona?"
God bless America, come sempre.
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