Monday, 17 December 2007

"Ci metterei la firma"

L'articolo del New York Times sull'Italia ha, com'è noto, coinciso con la visita del presidente Napolitano a Washington e a New York. Le sue reazioni all'articolo sono state discutibili. E' vero, come ha sostenuto, che la notizia giornalistica si basa troppo sulle ombre piuttosto che sulle luci. Però è riduttivo sostenere che l'articolo fosse squilibrato e contenesse idiozie.

Detto questo, è più che giustificato che un presidente in visita ufficiale prenda le difese del proprio paese. E Napolitano non l'ha fatto con la stizza e suscettibilità dell'offeso che sta sulla difensiva, ma col piglio, la competenza e lo stile di chi ha qualcosa da sostenere.

Ha citato Keynes ("spiriti animali"), Hemingway ("addio alle armi") ha comparato il sistema repubblicano francese ed italiano con un parallelo interessante fra 'rivoluzione' e 'evoluzione.' Come mi ha detto un collega l'altro giorno: "ci metterei la firma a ragionare in quel modo nella mia seconda o terza lingua ad 82 anni".

Il problemi dell'Italia rimangono, così come il rammarico che quel collega non possa incontrare un presidente meno vicino all'età pensionabile. Però ascoltare Napolitano in inglese (qui il video del suo incontro al Council on Foreign Relations) è oggettivamente un piacere.