Tuesday 6 November 2007

Dell'allargamento/2

La severità del rapporto pubblicato oggi dalla Commissione Europea sui futuri allargamenti dell'Ue (Turchia e Balcani) è più che giustificata. I quotidiani che hanno riportato stralci del mio corsivo piuttosto duro di ieri sembrerebbero confermarlo.

Allo stesso tempo, sarebbe ingiusto ignorare un senso di rinnovata modestia e realismo da parte delle istituzioni europee riguardo alle future espansioni dell'Ue. Ne ha ben scritto Andrea Bonanni sul blog di Repubblica: l'ottimismo degli anni passati era esagerato, così come lo sono le espulsioni, i rimpatri e i mea culpa collettivi di oggi.

L'errore che si è fatto a suo tempo nel caso della Romania non è stato politico. È stata fondamentalmente una mancanza di buon senso. A Romania e Bulgaria è stato promesso l'ingresso nell'Ue al più tardi nel 2008, no matter what. È come se ad uno scolaro di quarta elementare si offrisse la promozione immediata alle medie: la stragrande maggioranza degli scolari si adagerebbe su questa certezza. E così è successo a Romania e Bulgaria. Da quando hanno ricevuto la garanzia del loro ingresso nell'Ue, le riforme giudiziarie e dell'amministrazione pubblica si sono praticamente bloccate.

Da qui a dire che i recenti fatti di cronaca nera siano colpa dell'Ue ce ne vuole. Ma ben venga il realismo della Commissione e ben venga l'opera di informazione e demistificazione dei media su processi che appaiono terribilmente tecnici ed astratti ma che in alcuni casi sono piuttosto logici.