Mentre il Pd crolla (segue commento dopo il teatrino di sabato), e diversi paesi dell'Europa orientale sono sull'orlo della bancarotta (non sono sicuro se per quando arrivero' a Kiev fra un paio di settimane, l'Ucraina esistera' ancora), ho pensato bene di cambiare casacca e accettare un'offerta del Danish Institute for International Studies--che la rivista americana Foreign Policy ha recentemente incoronato come una delle quattro "stelle del mondo delle think-tank"--dove co-dirigero' un progetto sul futuro dell'"ordine liberale."
Con democrazia e mercati che vacillano, mi sembra tutto interessante assai.
Secondo Foreign Policy, fra l'altro, tutti gli istituti di ricerca con i quali sono (o sono stato) affiliato sono rappresentati: il CEPS di Brussels è quinto in Europa, il Wilson Center di Washington è sesto in America. Anche il Center for Transatlantic Relations, che ad essere precisi non è una think-tank ma parte dell'università, è fra i top-30.