Saturday 3 January 2009

Huntington & Hamas

E' morto alla vigilia di natale uno dei teorici delle relazioni internazionali che ammiro di piu': non tanto (o non solo) per cio' che diceva, ma per come lo diceva. Huntington divenne universalmente noto dal 1993 in poi per la pubblicazione del saggio The Clash of Civilizations.

Li' teorizzava l'ascesa di fattori culturali e religiosi in sostituzione dell'ideologia come elementi chiave nella definizione dell'ordine internazionale. La teoria fu popolare da subito ma e' stata ripresa, piuttosto arbitrariamente, dopo l'11 settembre per spiegare l'ascesa del terrorismo internazionale (in un modo che Huntington generalmente ripudiava).

The Clash of Civilizations ha fornito sicuramente un ottimo strumento a quanti volessero spiegare la radicalizzazione dell'Islam politico nel Medio Oriente e l'ascesa di movimenti come Hamas in Palestina ed Hezbollah in Libano. E fornisce sicuramente un'ottima spiegazione a quanti cerchino di giustificare l'attacco di Israele o la "resistenza" di Hamas di queste ore.

Il conflitto arabo-israeliano e' troppo complesso per consentire di prendere una parte o l'altra in modo aprioristico. Non si puo' non constatare la "sproporzione" dell'attacco israeliano (con ovvie motivazioni di politica interna a fomentarlo), cosi' come non si possa minimizzare il fatto che Gaza sia di fatto un "failed state" prima ancora di diventare stato.

In questo senso, c'e' una parte meno nota del lavoro di Huntington che a mio parere da una spiegazione accurata anche se pessimistica degli eventi di queste ore. Nel libro The Third Wave, Huntington spiegava la "transizione" verso la democrazia dopo la fine della guerra fredda e come paesi che si allontanassero dalla dittatura fossero gradualmente diretti verso la democrazia.

Ecco, questo principio ha ispirato una delle pochissime prese di posizione della comunita' internazionale nei confronti dell'Autorita' Palestinese negli ultimi anni: favorire le elezioni in modo che queste rafforzassero la democrazia nei Territori. Le elezioni hanno prodotto la vittoria di Hamas, la radicalizzazione del confronto politico nei Territori prima ancora che con Israele e la sconfitta politica e morale del presidente palestinese Abbas.

Il mondo arabo ed i territori in particolare non sono "in transizione" verso nessun posto. Non verso la democrazia e sicuramente non verso la pace.