Friday, 17 October 2008

Gomorra bulgara

Leggo con una certa preoccupazione la pacatissima e serenissima inchiesta dell'International Herald Tribune, che da alla Bulgaria la non invidiabile palma di paese piu' corrotto d'Europa. A scanso di equivoci, l'IHT mette in prima pagina anche una fotona del primo ministro Stanishev che gigioneggia con un mafioso.

Ironia della sorte, leggo l'articolo in volo verso Sofia, dove parteciperò oggi ad una tavola rotonda organizzata dal gruppo socialista del Parlamento Europeo (che, con molta fantasia, ha scelto un simbolo praticamente identico al PSI di Craxi).

Anche Stanishev si è fatto vivo alla conferenza e con un certo sollievo posso documentare che a nessuno dei partecipanti è stato torto un capello.
A parte a me, che è sparito il bagaglio.

Tuesday, 7 October 2008

L'Alma Mater

Questa notizia non sorprende ma rattrista comunque parecchio.

Wednesday, 1 October 2008

L'Euro-boria is back

In questi giorni cupi per la finanza mondiale, Peer Steinbruck, il ministro delle finanze tedesco, ha dichiarato che il modello di economia comunemente conosciuto come 'laisser-faire' è "semplicistico quanto pericoloso". Sarkozy ha informato l'ONU che l'era del "mercato onnipotente che ha sempre ragione è finita." Tralascio le dichiarazioni di Veltroni o anche dello stesso Tremonti, ma la sostanza non cambia.

L'Euro-boria is back, come se non peggio dei giorni in cui Washington era impantanata in Iraq. Il modello americano ha fallito e l'Europa, con il suo modello capitalistico e democratico dal 'volto umano', per dirla come i sessantottini, alla fine avrà la meglio.Gli eccessi di alcuni investitori americani questi giorni sono sotto gli occhi di tutti, così come l'arroganza dell'amministrazione Bush durante e dopo l'invasione in Mesopotamia. Il problema vero è che allora come oggi, l'Europa ha poco di cui gioire o rallegrarsi.

Nel 2003-2004 l'Europa aveva qualche pezza d'appoggio per giustificare la sua arroganza falsamente modesta, per esempio l'allargamento dell'Ue in Europa centrale. Solo poi (per esempio con i referendum in Francia, Olanda e piu' recentemente in Irlanda) si è capito che anche noi l'espansione ad Oriente non l'avevamo proprio preparata a dovere.

Oggi, non ci sono nemmeno quelle pezze d'appoggio. Le banche europee cominciano a traballare; alcune delle economie dell'area euro sono sull'orlo della recessione; e i costi dello stato sociale continuano ad essere altissimi ed insostenibili.

Detto questo, la realtà più difficile da digerire per alcuni europei è che quando gli americani sbagliano, che sia in Iraq o a Wall Street, a pagare in un modo o nell'altro siamo ancora tutti.