Queste primarie americane, finora, mi hanno regalato almeno due sorprese. La prima sorpresa, positiva e di cui non finisco di meravigliarmi, è la passione che fior di colleghi a Washington dimostrano nel fare la campagna porta-a-porta nei vari stati come volontari qualsiasi. Evito paragoni scontati ed ingenerosi.
La seconda, negativa e più evidente nelle ultime settimane, è la tattica dei Clinton. Sono sempre stato un grande ammiratore di Bill Clinton. Ma mi lasciano perplesso i suoi pesanti attacchi ad Obama (che avrebbe probabilmente sostenuto se la moglie non si fosse candidata), seguiti a stretto giro di posta dalle dichiarazioni di Hillary nel ruolo di mediatrice moderata.
Per Obama sta diventando sempre più difficile smarcarsi. Ma sono sempre più convinto che se c’è un candidato che può scardinare la tirannia del 'white protestant male' nella politica americana, quel candidato è proprio lui.
E se anche alla fine non lo fosse, in questi giorni cupi della democrazia italiana, è consolante sapere che da qualche parte esiste una politica che sorprende, coinvolge ed ispira.