È una sensazione un po' agrodolce che la Scuola del Partito Democratico (ULIBO) abbia deciso di chiudere i battenti dopo poco più di un anno dalla sua fondazione.
Ho fatto parte, con piacere, del corpo docente e devo dire che in quel paio di occasioni che ho avuto l'opportunità di passare da Bologna ho avuto modo di apprezzare un ambiente ambizioso e dinamico. Soprattutto, credo di aver visto la rarità un ambiente politico de-politicizzato, ovvero decongestionato dal contingente, curioso e generoso intellettualmente.
Mi rendo però anche conto che per un'iniziativa di questo tipo, il contingente, di cui la più ovvia manifestazione sono le primarie di domenica, non poteva non influire. O meglio, mi domando se questo sia effettivamente il caso, ed è ciò che motiva la senzazione agrodolce. Ma rimango fondamentalmente convinto che ULIBO sia stata un esperimento riuscito e di grande valore sociale e culturale.
Ad ULIBO ho parlato soprattutto di Europa e credo di aver tentato una difesa del 'pensiero debole' europeo. Non so se abbia avuto successo ma mi auguro che, se non ora nel medio termine, il PD possa allo stesso modo confermare le ambizioni post-ideologiche sulle quali è stato concepito.
Per questo, alle primarie di domenica, ribadisco il mio sostegno a Mario e in particolare a Marco, che si candida in quella che, una dozzina di anni fa, era zona mia.