Il Washington Post ha pubblicato negli ultimi tempi alcune pubblicità discutibili, ricevuto proteste dei lettori e Deborah Howell - l'Ombudsman del giornale - ha ritenuto opportuno intervenire.
Sui casi specifici, alcune proteste sono abbastanza scontate: pubblicità violenta o al limite della decenza nella parte del giornale dedicata ai bambini. Altre, dal mio punto di vista, più interessanti e riguardano per esempio la pubblicità della General Motors, che cita stralci di articoli dello stesso Post per dare credibilità alle sue campagne di protezione ambientale. (Manovra oggettivamente sospetta, in un periodo come questo nel quale si dibatte acremente di cambiamento climatico e del futuro 'post-Kyoto'). In entrambi i casi, l'Ombudsman ha rassicurato i lettori e ammonito il giornale, con un corsivo diciamo così 'di servizio' pubblicato nell'edizione domenicale.
Non credo mi sia capitato di leggere articoli del genere sui quotidiani italiani. E mi domando se, aldilà dell'authority, codici di autoregolamentazione etc, la procedura esista. Da lettore, la cosa mi sembra più che apprezzabile.