Mi si chiederà, e mi si è chiesto, perchè continuo a scrivere prevalentemente di politica estera su questo blog (o perchè non ne scrivo in inglese).
Potrei dire che sono cose importanti, che sarebbe la verità più ovvia. Potrei dire che sono cose che mi interessano, che è anche la verità. Ma non posso ignorare che ne scrivo anche a causa del sostanziale disinteresse nel dibattito pubblico italiano su quello che accade 'out there'.
Mi si dirà ( e mi si è detto) che il provincialismo della nostra classe politica non è una novità. Che non è una novità che della Turchia si parli solo quando Calderoli ne spara una delle sue. Che non è una sorpresa che nell'avvenimento di più alto profilo dell'autunno politico italiano, le primarie del Pd, si sia parlato di politica estera solo per estendere la nostra solidarietà ai monaci birmani e per alimentare le beghe interne sul gruppo al Parlamento europeo che dovrebbe ospitare il nuovo partito.
Poi però avvengono fatti raccapriccianti come quello di Tor di Quinto a Roma, leggo del Palazzo che si scaglia indignato contro contro la Romania, contro l'Europa, e contro la Romania in Europa e mi convinco che scrivere di queste cose una sua utilità forse ce l'ha.