In questi giorni cupi per la finanza mondiale, Peer Steinbruck, il ministro delle finanze tedesco, ha dichiarato che il modello di economia comunemente conosciuto come 'laisser-faire' è "semplicistico quanto pericoloso". Sarkozy ha informato l'ONU che l'era del "mercato onnipotente che ha sempre ragione è finita." Tralascio le dichiarazioni di Veltroni o anche dello stesso Tremonti, ma la sostanza non cambia.
L'Euro-boria is back, come se non peggio dei giorni in cui Washington era impantanata in Iraq. Il modello americano ha fallito e l'Europa, con il suo modello capitalistico e democratico dal 'volto umano', per dirla come i sessantottini, alla fine avrà la meglio.Gli eccessi di alcuni investitori americani questi giorni sono sotto gli occhi di tutti, così come l'arroganza dell'amministrazione Bush durante e dopo l'invasione in Mesopotamia. Il problema vero è che allora come oggi, l'Europa ha poco di cui gioire o rallegrarsi.
Nel 2003-2004 l'Europa aveva qualche pezza d'appoggio per giustificare la sua arroganza falsamente modesta, per esempio l'allargamento dell'Ue in Europa centrale. Solo poi (per esempio con i referendum in Francia, Olanda e piu' recentemente in Irlanda) si è capito che anche noi l'espansione ad Oriente non l'avevamo proprio preparata a dovere.
Oggi, non ci sono nemmeno quelle pezze d'appoggio. Le banche europee cominciano a traballare; alcune delle economie dell'area euro sono sull'orlo della recessione; e i costi dello stato sociale continuano ad essere altissimi ed insostenibili.
Detto questo, la realtà più difficile da digerire per alcuni europei è che quando gli americani sbagliano, che sia in Iraq o a Wall Street, a pagare in un modo o nell'altro siamo ancora tutti.