Quello che è successo alla Turchia negli ultimi due anni farebbe invidia all'Italia, se non fosse che qui fanno sul serio.
L'attentato terroristico ieri è un'altra spallata al futuro europeo di Ankara. La prossima potrebbe venire a giorni dalla Corte Costituzionale che si pronuncerà sulla richiesta di sciogliere il partito di maggioranza AKP e di proibire a decine di alti funzionari, incluso il PM Erdogan e il Presidente di fare politica. Il tutto per le loro tendenze islamiste.
Questi i fatti, e questo anche in apparenza il punto fondamentale. L'AKP sta islamizzando la Turchia e i falchi laici (soprattutto lo stato maggiore dell'esercito) devo raddrizzare nuovamente il paese in direzione 'kemalista.'
La dialettica laicismo/religione non dice tutto, però. Innanzitutto non spiega completamente la recente serie di impressionanti errori tattici di Erdogan: insistere sulla nomina di Gül alla presidenza, una forzatura forse evitabile; cercare di riformare la costituzione (del 1980 e scritta dai militari, bisogna aggiungere) senza consultare l'opposizione; infine la storia del velo nelle università, la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Ci sono stati segnali piuttosto evidenti, soprattutto nell'hinterland dell'Anatolia di una graduale involuzione tradizionalista e religiosa, a partire dal consumo di alcohol. Ma dubito profondamente che la decisione strategica di Erdogan fosse quella di ritornare al califfato. E' stato più europeista di tutti i suoi predecessori laici, e ha sempre detto di vedere l'AKP come una specie di partito democristiano alla tedesca. Però di scelte discutibili e a mio parere erronee ne ha fatte. Poteva contare su una maggioranza schiacciante dal 2007 e l'ha usata in modo sconsiderato.
L'altro elemento che scardina il dualismo laicismo/religione è proprio il ruolo dell'Ue. Mentre Erdogan si guadagnava le stellette di campione a Bruxelles, i laici sono fondamentalmente diventati il gruppo più anti-europeo della Turchia. Perchè? La risposta più ovvia è che molte delle riforme dettate dall'Ue vanno proprio in direzione di quella diversità sociale e culturale che secondo i Kemalisti rappresenta il cavallo di Troia per l'islamizzazione. L'altra, più scomoda verità è però che queste riforme, specialmente riguardo al controllo civile delle autorità militari, scardinano i pilastri del potere delle forze armate turche.
Dietro a questo scontro filosofico e culturale, in altre parole, si annidano motivi ben più terreni. Il fatto è che la situazione si sta deteriorando ogni giorno che passa. Peccato davvero.